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Lettera aperta al sindaco di Omegna, Daniele Berio ed ai Partner del Progetto TRA-ME

Caro Daniele, egregio sindaco, egregi Partner, scrivo questa lettera costretta dalle circostanze e molto amareggiata. Non avrei mai pensato che un comune, un ente pubblico, potesse arrivare a tali livelli di meschinità. Già mesi or sono ti avevo avvertito, sindaco, di quanto stava accadendo dietro le quinte (lettera del 2 agosto, allegato A) e, per quanto tu sia intervenuto, invitando i funzionari a sistemare le cose, essi hanno deciso di non dar seguito alle mie e tue richieste. La situazione è peggiorata tanto che, scoraggiata, ho dato le dimissioni (Allegato B) abbandonando TRA-ME, la mia creatura, il progetto per cui tanto avevo lavorato a mio rischio e che vi aveva donato 1,4 milioni senza alcuna fatica da parte vostra. Le scelte sbagliate sono state tante, troppe. Ma di questo parleremo in futuro. Ora esiste il concreto rischio che il finanziamento a TRA-ME venga ritirato, con la conseguenza che tutte le spese sostenute finora saranno a carico del comune di Omegna. TRA-ME sta morendo ed oggi forse riceverà un altro colpo mortale. Un piccolo dettaglio, certo. Ma qualcosa di cui non avrei mai creduto capace un ente pubblico. Come tu ben sai, sindaco, come l’amministrazione che ha preceduto la tua ben sa, come i partner svizzeri ed italiani di TRA-ME ben sanno,  di cui molti colleghi giornalisti sono ben informati, come  anche la responsabile Interreg sa, perché al momento dell’approvazione è stata informata del fatto che con me doveva parlare, perché, pur non essendo io funzionario del comune di Omegna, ero colei che aveva scritto il progetto e l’unica, partner svizzeri a parte, che lo conosceva. Come in effetti è accaduto per mesi dopo l’approvazione. Prima cioè, che altri decidessero di tagliarmi completamente fuori. Come tutti sapete, in breve, TRA-ME è stato ideato, scritto, profondamente voluto, solo dalla sottoscritta. Nessun altro, prima che fosse stanziato il milione e mezzo a suo favore, ha mai alzato un dito o cliccato su un tasto. Del resto, non possedevano nemmeno le credenziali di accesso al sistema. Perché allora, quando i soldi ancora non c’erano, TRA-ME non interessava a nessuno nel vostro comune.  TRA-ME rappresentava per me un atto d’amore per la mia terra. Ci ho messo il cuore, anni di lavoro non retribuito, ho sostenuto spese mai rimborsate, ho viaggiato per complessivamente centinaia di chilometri mai riconosciuti. Ve l’ho messo in mano pronto, finanziato. Non avete dovuto far nulla. Vi siete pavoneggiati grazie ad un finanziamento che non vi siete mai meritati. E vi ho aiutato sostenendovi anche in quello, come i miei colleghi giornalisti ben sanno. Vi ho chiesto in cambio solo ciò che il Programma Interreg riconosce a chi crea un progetto di successo. Il compenso “forfait” stabilito dal Programma stesso e un lavoro, laddove disponessi delle competenze per meritarmelo. E qui nasce il problema. Il “compenso forfait” per la progettazione, spese e trasferte incluse, previsto dal Programma Interreg (ammonta a 10.000 euro per un lavoro che andava portato a termine (come è stato) entro il 15 aprile 2024. Diecimila euro in cambio di 1,4 milioni per voi. Una goccia in un enorme vaso. Un compenso che sarebbe stato pagato dal Programma Interreg, non da voi. Eppure….. In base al regolamento UE di cui i colleghi giornalisti ricevono copia unitamente a questo scritto (allegato C), il compenso viene erogato al Capofila Italiano e, per la quota di competenza, ai partner italiani che lo versano a propria volta a seguito di fattura, al progettista. Se tale compenso (riconoscibile come “Forfait” in allegato F) non viene versato alla persona in oggetto, fatture pagate alla mano, esso non viene riconosciuto né rimborsato al comune. Mi avevate promesso di pagarlo. A voce, è vero. Vi avevo creduto. Siete un ente pubblico. Dovevo darvi fiducia. Così avete detto allora. Ora mi dite (“risoluzione” allegato D a questo scritto) che ritenete sufficiente avermi versato 5.000 euro. Parallelamente, nella stessa “risoluzione”, cercate di sminuire il mio ruolo, definendomi “una semplice “content manager” che nulla ha da dire o interferire. Per voi non merito riconoscimenti né l’intero compenso, evidentemente. Devo tacere, incassare le offese e soprattutto evitare di segnalare gli errori, togliendomi in fretta dai piedi (vedi parte “ nomineremo al più presto un nuovo “content manager”, stesso allegato). Di questo, delle ragioni per cui sono state compiute scelte sbagliate nell’attribuzione degli incarichi parleremo in seguito.  Forse ritenete che non ho fatto abbastanza. Va bene. O forse “andavo eliminata” perché non accetto scelte sbagliate. Perché difendo ciò che ho creato e che in tale forma è stato approvato e finanziato. Va bene. Avremo probabilmente modo di parlarne in futuro. Ma comunque sia, in tal caso avreste dovuto consegnare ad Interreg solo la mia fattura da 5000 euro, l’unica che avete accettato costringendomi, come avete fatto, a ritirare quella relativa alla seconda parte di compenso, e farvi rimborsare per conseguenza solo quella. Perché NESSUN ALTRO, ma proprio NESSUNO, ha alzato un dito per quel progetto prima che esso venisse approvato e voi lo dichiaraste vostro. Interreg vi avrebbe rimborsato in tal caso solo i 5000 euro realmente spesi. Un’ingiustizia nei miei confronti, ma fin lì “solo” un’ingiustizia.  Ma i soldi fanno gola. E così, nella determina n.ro 1132 del 20 ottobre 2025 dello “staff del segretario” (Allegato E), che per vostra sfortuna è pubblica come ogni determina, scopro che Omegna ha dichiarato ad Interreg di aver pagato per il lavoro di progettazione complessivamente € 9.884 a chi ha fatto il lavoro. Cifra che Interreg ha rimborsato. Ma io ho ricevuto solo 5.000 euro. E nessun altro, NESSUNO, ha mai collaborato alla progettazione. Dove sono finiti I restanti € 4.884,00? Non esiste una determina con la quale tale cifra vendo attribuita. Per conseguenza deve trattarsi di “personale interno” per il quale non occorre pubblicazione. Ma scherziamo?  Nessuno fra loro ha contribuito alla progettazione. Come detto, non avevano neppure l’accesso al sistema. E posso dimostrarlo.  E tu, sindaco, così come anche i partner italiani e svizzeri, lo sapete benissimo. Quei soldi, caro sindaco, cari partner, rappresentavano il mio giusto compenso. Nessuno, assolutamente nessuno, a parte me, in quel periodo ha mai inserito anche una sola virgola nel sistema informatico Interreg, I funzionari non disponevano nemmeno delle credenziali per accedervi. Nessuno, assolutamente nessuno, a parte me, ha mai ideato una sola, minima parte del progetto TRA- ME, svizzeri a parte, e solo per ciò che riguarda le loro attività. E NESSUNO ha mai nemmeno supervisionato nulla. Chi li ha intascati realmente? A chi è stato versato metà del mio compenso senza ragione alcuna? Meritavo davvero questo trattamento? E Omegna, la grande Omegna che tanto si vanta della propria correttezza, aveva davvero bisogno di privare una persona che tanto ha fatto per lei, di un compenso tanto insignificante a fronte del lavoro di un anno? Come avete potuto fare una cosa simile? Quella fattura da 4.884 euro, usata per appropriarsi di una somma che non vi appartiene, non può essere corretta. Non sarò io a pronunciare la parola “imbroglio”. Altri lo faranno, appena appurata la verità. Io posso dimostrare di aver fatto il lavoro da sola. Quanto è accaduto è gravissimo e porterà alla cancellazione di tale rimborso da parte di Interreg. Se non peggio. Perché potrebbe causare la rinuncia da parte dei partner svizzeri, e per conseguenza la chiusura del progetto, l’obbligatoria presa a carico di tutte le spese finora sostenute e ancora da pagare da parte del comune di Omegna e come ulteriore conseguenza di ciò la caduta dell’Amministrazione corrente.  E io, credetemi, non mi arrenderò finché non mi sarà versato il giusto. Nulla contro di te, sindaco, lo sai. Ma voglio giustizia. E correttezza. Se volete affermare che DOPO l’approvazione i dipendenti sono stati coinvolti va bene, non è problema mio. Ma per quelle attività “post approvazione” assegnate al personale il Programma Interreg ha stanziato per Omegna ben 240.760 euro (Vedi budget approvato, allegato F). Un eventuale compenso post-approvazione andava preso da quelli, non dal compenso per la progettazione. Ora, sindaco sei di fronte ad una scelta. Far giustizia nel ruolo che ti compete e riconoscere il lavoro di chi se lo è meritato o “coprire” i dipendenti che hanno commesso questa scorrettezza. Se riterrai, se riterrete, opportuno coprire questa scorrettezza (chiamiamola così, per ora) la conseguenza immediata sarà un’immagine appannata da questo spiacevole precedente, e sarete in futuro considerati un ente da tenere sotto sorveglianza stretta. Un ente inaffidabile. Un ente che sottrae il giusto compenso a chi se l’è indubbiamente meritato. E, da parte mia, io non resterò certo a guardare. Non sopporto le ingiustizie, chi mi conosce lo sa bene.  Ma dimmi sindaco, ditemi Partner, non bastavano un milione e quattrocentomila, di cui 1.174.860  euro solo per Omegna, 240.760 euro dei quali destinati solo al personale di Omegna, spese e trasferte comprese? Davvero era necessario mettere le mani anche sul mio, minimo, a confronto davvero insignificante, compenso? Non pretendo gratitudine umana ma un po’ di correttezza professionale da parte di un ente pubblico me la sarei aspettata. Sono devastata davanti a tanta meschinità.

 

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