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Si avvicina l’autunno. Piove. Tempo di funghi. Ma se volete avventurarvi alla loro ricerca fra i boschi della Valle Vigezzo, ricordate di portarvi uno specchio. Secondo la tradizione, nascosto fra le rocce ed i cespugli potreste trovare, infatti, il basilisco, crudele, velenoso, pericoloso. Soltanto il vedere la propria immagine riflessa può ucciderlo e per questo serve lo specchio.

Il basilisco è una delle creature che le genti di montagna hanno da sempre immaginato esistere, il riflesso delle loro paure nei confronti della natura sconosciuta. Qualcuno, fra gli anziani della valle, ha conosciuto qualcun altro che ha conosciuto qualcuno che a sua volta l’ha incontrato. Ogni paese della Valle lo descrive diversamene. Lo chiamano “Serpente gatto” o “serpente dagli occhiali”, o “serpente crestato” ma non striscia, cammina eretto. Può essere  grande, piccolo, o crestato, appunto, ma non sempre. Il Basilisco, del resto, è leggenda comune alle valli alpine, tanto che nel 1723 un naturalista zurighese, Johann Jakob Scheuchzer nel suo libro “Itinerari nella regione alpina svizzera” dedica un intero capitolo agli “avvistamenti” del basilisco, con le testimonianze e le descrizioni di coloro che affermavano di averlo visto. Il libro fa parte oggi della “Mediateca Svizzera del Canton Vallese” e può venir consultato. A questo fiabesco essere Malesco, uno dei più bei villaggi della valle, ha voluto rendere onore trasformandolo in un simbolo. Nel 2002 il comune ha infatti fatto erigere, in piazza della chiesa, una fontana che lo rappresenta in grandezza “umana”, anche se, secondo “chi l’ha visto”, sarebbe molto più piccolo. Poiché il basilisco vive fra boschi e prati, la fontana su cui è rappresentato ha la forma della potentilla, un fiore giallo molto comune, quello che chiamiamo “falsa fragola” e che ritroviamo anche nello stemma del paese. I quattro petali sono divenuti le vasche della fontana, unite al centro da un grosso blocco di pietra ollare su cui si inerpica il basilisco in bronzo. Il successo di questa creatura, riportata in auge dalla saga di Harry Potter, vuol essere di augurio anche per il futuro del villaggio.

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